Cos’è la chirurgia ortognatica?
La chirurgia ortognatica è una procedura che aiuta a correggere le malformazioni della mascella e della mandibola, migliorando sia l’estetica del viso che del sorriso. Il termine stesso deriva dal greco (orthòs, che significa “corretto”, e gnàthos, ovvero “mascella”) e spiega bene il suo obiettivo: rimettere in equilibrio le ossa facciali quando la loro crescita non è avvenuta in modo armonioso.
Questa chirurgia è particolarmente indicata per chi soffre di malocclusioni dento-scheletriche, cioè situazioni in cui i denti e le ossa del viso, come mascella, mandibola o mento, non si allineano correttamente. Questi problemi possono causare difficoltà nella masticazione, nel parlare o persino nella respirazione, oltre a influire sull’estetica del volto.
La particolarità della chirurgia ortognatica è che combina due approcci: l’ortodonzia, che si occupa di allineare i denti, e la chirurgia maxillo-facciale, che interviene sulle ossa del viso per riposizionarle correttamente attraverso viti e placche in titanio.
Questo lavoro di squadra permette non solo di migliorare l’aspetto del viso, ma anche di restituire al paziente una piena funzionalità.
A cosa serve la chirurgia ortognatica
Grazie a un approccio combinato tra ortodonzia e chirurgia maxillo-facciale, questa tecnica consente di ottenere diversi risultati.
- Riposizionare le ossa mascellari per migliorare la masticazione e la chiusura corretta della bocca.
- Correggere difetti funzionali, come difficoltà respiratorie, problemi di fonazione o disagi legati alla deglutizione.
- Ripristinare l’armonia facciale, per ottenere una buona simmetria di contatto tra mascella e mandibola e migliorare l’estetica del profilo e del sorriso.
- Alleviare dolori articolari o muscolari, spesso legati a malocclusioni severe o disallineamenti mandibolari.
Una volta raggiunta l’età adulta, infatti, il solo utilizzo di un apparecchio dentale non riesce a risolvere definitivamente i problemi di natura scheletrica, rendendo necessario il ricorso a un intervento di questo tipo.
Per chi è indicato un intervento di chirurgia ortognatica?
La necessità di un intervento di chirurgia ortognatica viene valutata dal dentista attraverso esami approfonditi, come ortopanoramica, TAC, fotografie cliniche e impronta per creare un modello 3D delle arcate dentarie e analizzare la masticazione. Inoltre, l’utilizzo dei moderni software di imaging digitale consente di simulare la posizione ideale di denti, mento, labbra e ossa, aiutando a pianificare il trattamento in modo preciso e personalizzato.
In generale, questo tipo di intervento è particolarmente indicato in una serie di situazioni specifiche.
- Problemi di morso e malocclusione
Le malocclusioni più comuni trattate con la chirurgia ortognatica includono:
– Morso di seconda classe: la mascella è troppo avanzata rispetto alla mandibola. Questa condizione viene spesso descritta dai pazienti con termini come “mento piccolo”.
– Morso di terza classe (progenismo o prognatismo mandibolare): la mandibola è eccessivamente sporgente, dando al mento un aspetto prominente. Questa condizione viene spesso descritta dai pazienti con termini come “mento in fuori”.
– Retrogenia o retrognatismo mandibolare: la mandibola è troppo arretrata rispetto alla mascella, causando un mento retruso o “sfuggente”. Questi problemi possono essere risolti anche ripristinando chirurgicamente la corretta relazione tra mascella e mandibola. - Asimmetrie facciali
Quando il viso presenta uno squilibrio evidente tra il lato destro e sinistro, la chirurgia ortognatica può riportare armonia, soprattutto se l’asimmetria coinvolge le strutture dento-scheletriche. Termini come “viso storto”, “mento asimmetrico” o “mandibola disallineata” sono spesso utilizzati per descrivere questa condizione. In alcuni casi, il trattamento può essere combinato con interventi di chirurgia plastica per risultati ancora più completi. - Sorriso gengivale
Un sorriso “gommoso” (gummy smile) è caratterizzato da un’eccessiva esposizione della gengiva rispetto ai denti, creando un effetto visivo di squilibrio. La chirurgia ortognatica permette di ripristinare le proporzioni tra denti, gengiva e mascella superiore, per un sorriso più armonioso e naturale.
Durata di un intervento di chirurgia ortognatica e tempi di recupero
La durata media di un intervento di chirurgia ortognatica solitamente può variare tra le due e le quattro ore e il trattamento viene svolto in anestesia generale. Dopo l’intervento, può ritenersi necessario anche un trattamento ortodontico postoperatorio che dura dai 6 ai 12 mesi per mantenere i denti nella nuova posizione. Nella prima fase successiva all’intervento è importante sottoporsi a visite regolari di controllo con ortodontista e chirurgo, utili a valutare l’evoluzione dell’occlusione e i risultati dell’operazione.
La chirurgia ortognatica, è oggi un intervento meno invasivo rispetto al passato, ma il periodo post-operatorio rimane una fase delicata che richiede attenzione. Nel periodo immediatamente successivo all’operazione, il paziente può presentare gonfiore e infiammazione. Questo disagio non si traduce necessariamente in dolore acuto, ma piuttosto in una sensazione intensa di infiammazione, che raggiunge il suo apice nei primi tre giorni e tende a migliorare gradualmente già dalla seconda settimana. Il recupero è agevolato dall’uso di ghiaccio, che aiuta a ridurre il gonfiore, e da utilizzo di farmaci antinfiammatori e analgesici. Nonostante l’intervento possa comportare effetti collaterali (come sanguinamento e congestione nasale, edema e, in alcuni casi, ematomi), questi sintomi sono temporanei e gestibili con le indicazioni fornite dai medici. Anche la perdita di sensibilità al labbro e al mento, dovuta all’infiammazione dei nervi, si risolve nel tempo, con tempi di recupero variabili da paziente a paziente.
È fondamentale seguire alcune regole pratiche dopo la dimissione. Non soffiarsi il naso è una delle indicazioni principali per evitare sanguinamenti. L’igiene orale è essenziale: bisogna lavare i denti dopo ogni pasto utilizzando uno spazzolino morbido e completare la pulizia con collutorio. La dieta deve essere liquida nella prima settimana, morbida nella seconda, per poi reintrodurre gradualmente cibi solidi, evitando alimenti duri per almeno tre settimane.