
Dott.ssa Abril Valentina Chiosso
Igienista dentale, formata presso l’Università del Piemonte Orientale.
Lavoro presso i centri DentalPro con particolare attenzione alla prevenzione e alla cura del paziente.
Quando si parla di ablazione del tartaro, detta anche detartrasi, si intende una procedura professionale di igiene orale finalizzata alla rimozione del tartaro e della placca, ovvero depositi duri di placca batterica calcificata che aderiscono alla superficie dei denti e lungo il margine gengivale.
Si tratta di un trattamento fondamentale per prevenire infiammazioni gengivali, carie e altre patologie del cavo orale. Quando la placca non viene rimossa adeguatamente con le normali manovre di igiene domiciliare, può mineralizzarsi in tartaro, che non può più essere eliminato con lo spazzolino e richiede quindi l’intervento di un esperto.
La sua rimozione è una pratica di prevenzione importante per l’igiene orale: se non trattato, a lungo andare il tartaro può anche causare danni alla salute orale, come carie o gengiviti, se non rimosso.
Per questo motivo, ho creato una piccola guida con le domande principali che ricevo dai pazienti relativamente all’ablazione del tartaro.
La rimozione del tartaro viene eseguita in studio da un igienista dentale o da un odontoiatra, tramite strumenti professionali.
Le tecniche più comuni sono:
È fortemente sconsigliato rimuovere il tartaro da soli. L’uso scorretto di strumenti non professionali può causare danni allo smalto, traumi gengivali e aumentare il rischio di infezioni. Solo un esperto può valutare lo stato di salute orale del paziente e intervenire in modo sicuro.
L’ablazione del tartaro non è un trattamento doloroso, ma può generare un leggero fastidio, soprattutto in presenza di gengive infiammate o ipersensibilità dentale.
In casi particolarmente delicati, è possibile ricorrere a un anestetico locale per rendere la seduta più confortevole.
È importante comprendere che ogni individuo ha esigenze diverse, pertanto un’attenta valutazione è fondamentale per un approccio personalizzato. La frequenza delle sedute di igiene orale professionale dipendono da diversi fattori, tra cui:
In linea generale, si consiglia di eseguire l’ablazione ogni 6-12 mesi. Tuttavia, è l’igienista dentale e/o l’odontoiatra a valutare, dopo un controllo clinico, la cadenza più indicata per ciascun paziente. Nei soggetti con parodontite, gengiviti, per esempio, possono essere necessarie sedute più frequenti.
No, non c’è alcuna differenza. I termini “ablazione del tartaro” e “detartrasi” sono sinonimi e indicano lo stesso trattamento professionale di rimozione del tartaro e della placca batterica sopra e sotto gengivale.
Il periodo della gravidanza è un momento della vita che richiede delle attenzioni particolari, per tutelare la salute della donna e del nascituro.
L’ablazione del tartaro in gravidanza, in generale, è sicura. È tuttavia fondamentale informare l’igienista dentale e/o l’odontoiatra della gravidanza, così da poter adattare l’approccio clinico alle necessità della paziente. In alcuni casi, infatti, può essere opportuno evitare trattamenti non urgenti in determinate fasi della gestazione o limitare il tempo in posizione supina sul riunito, per garantire comfort e sicurezza durante la seduta.
Il tartaro può depositarsi sia al di sopra (sopragengivale) sia al di sotto (sottogengivale) del margine gengivale. Esso può indurre una risposta infiammatoria delle gengive, favorendo lo sviluppo di gengiviti e, in assenza di trattamento, la progressione verso malattie parodontali più gravi, come la parodontite.
La rimozione del tartaro è essenziale per prevenire patologie che potrebbero compromettere la salute orale complessiva.
Igienista dentale, formata presso l’Università del Piemonte Orientale.
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