Quanto dura un'otturazione in composito?
Una delle domande più comuni che viene rivolta ai dentisti molto spesso è: “Quanto dura un’otturazione in composito?” In genere, la durata può variare tra i 5 e i 10 anni, a seconda della posizione dell’otturazione, delle abitudini di igiene orale domiciliare, abitudini viziate e di altri fattori (come parafunzione).
In ogni caso, se hai bisogno di sostituire un’otturazione o se noti segni di usura, il tuo dentista saprà consigliarti sul momento migliore per intervenire.
Le differenze tra composito, amalgama e ceramica
Quando si parla di otturazioni dentali, esistono diverse opzioni tra cui il dentista può scegliere. Le otturazioni in composito, in particolare, sono molto richieste per la loro estetica naturale, ma ci sono altri materiali altrettanto validi, come l’amalgama e la ceramica utilizzati in ambito riabilitativo protesico.
Vediamo insieme le principali differenze tra questi materiali e quando è consigliabile utilizzarli.
1. Composito
Come abbiamo visto, il composito è un materiale resinoso che si modella facilmente e si adatta perfettamente alla forma e al colore del dente. Può subire correzioni da parte del dentista durante la fase di rifinitura sia nei restauri diretti che indiretti. È resistente, ma non altrettanto durevole come altri materiali, specialmente nelle zone a elevato stress masticatorio. Tuttavia, il composito offre un risultato estetico molto naturale e consente un’otturazione discreta e ben integrata nel sorriso con costi contenuti.
2. Amalgama
L’amalgama è un materiale tradizionale, noto per la sua resistenza. Si tratta di una lega metallica composta da argento, mercurio e altri metalli, ed è stata utilizzata per anni per trattamenti nei denti posteriori, dove la forza di masticazione è maggiore. Sebbene l’amalgama sia estremamente durevole, presenta un forte svantaggio estetico, poiché ha un colore metallico argentato che può risultare visibile. In più, a causa della sua composizione, il suo utilizzo è stato sconsigliato per i potenziali rischi legati al mercurio (nelle fasi di applicazione e rimozione dello stesso materiale).
Considerando invece i materiali che non vengono modellati direttamente dal dentista in poltrona, ma che vengono utilizzati per i restauri indiretti o intarsi, cioè creati dal laboratorio odontotecnico, sono o il composito o la ceramica.
3. Ceramica
Materiale con ottima resa estetica infatti si avvicina molto al colore naturale dei denti. Durevole e resistente, è un materiale adeguato anche per i denti posteriori, dove la pressione masticatoria è più elevata.
La ceramica è meno suscettibile al cambiamento di colore nel tempo rispetto al composito ( ottima stabilità cromatica e dimensionale), ma tende a essere più fragile in caso di trauma diretto. Inoltre, gli intarsi in ceramica possono richiedere una lavorazione più complessa e un numero maggiore di visite rispetto all’otturazione eseguita direttamente dal dentista in poltrona. I costi in generale sono più elevati.